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30 | alcune poesie di ripano eupilino |
L
— Chi è costui, che neH’umil suo letto
steso, passa dal mondo e par che rida? —
— Egli è quell’uom si giusto e a Dio diletto,
del divino fígliuol custodia e guida. —
— Chi son que’ duo, cui con si dolce affetto
par che’l guardo languente ancor divida? —
— L’uno è lo Dio, cui fu per padre eletto,
e l’altra è la sua sposa onesta e fida. —
— E come mai fra cosí dolci aspetti
osa Morte por piò franca ed ardita,
ond’uom si grande al suo poter soggetti? —
— Stolto, che pensi? Di niun strai fornita
non è la Parca, onde costui saetti;
ma un’estasi d’amor lo trae di vita. —
LI
Che vai ch’entro a’ gemmati aurei palagi,
per le splendide sale uomo s’inoltre,
e, coperto di bisso e d’aurea coltre,
su le morbide piume il corpo adagi;
che vai, ch’ognor fuggendo i rei disagi,
viva contento a regia mensa, ed oltre
ad umano dover non mai si spoltre
dalla gola e dal sonno, empi e malvagi;
se morte al fin nel piú bel corso arresta
ogni dolce piacer, volgendo i passi
l’alma verso Acheronte ignuda e mesta,
ed ivi a pochi giorni in cener vassi
il cadaver superbo, e non ci resta
che l’onor vano degli scritti sassi?