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40 | alcune poesie di ripano eupilino |
LXV
O anima bizzarra del Burchiello,
che componesti tante belle cose,
sicché s’odono ancora in versi e in prose
l’eccelse lodi del tuo gran cervello,
deh! volgi da quel seggio aurato e bello,
ove siedi coll’altre alme famose,
volgi, dico, le due luci amorose
a questo nostro poeta novello.
Guatalo bene; e quando che la zanna
della morte il rapisca al vulgo ignaro,
gli darai la man ritta in sulla scranna.
O per mostrare a certe genti strambe
quanto lo stimi e quanto l’abbi caro,
ti stará bene in mezzo delle gambe.
LXVI
Se costui fosse nato allor che i vati
si stavan spidocchiando al sollione,
aremmo visto tutte le persone
a fargli degli onori sterminati:
e visto arebbon certi sciagurati
che finor lo stimarono un babbione,
a mezzo giorno ed a settentrione
andar la fama de’ suoi versi ornati.
Il meno onore che gli avesson fatto
sarebbe stato il metterlo a cavallo
d’un liofante grosso tanto fatto:
e, giunto in Campidoglio, coronallo,
gridando il popolazzo allegro e matto:
— Ecco il novo poeta Baraballo. —