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64 | alcune poesie di ripano eupilino |
25io men vorre’ di fatto provvedere,
e ci vorre’ poi tanto studiar suso,
ch’io ne trovassi alcuna a mio piacere.
Quel povero Bertoldo i’ non l’accuso,
che non trovò mai pianta da impiccarsi:
30gli ebbe ragione di restar confuso.
Perocché, quando si tratta di farsi
del male, dicon que’che provat’hanno,
ch’egli è molto diffidi contentarsi.
E’ non è giá che rechi loro affanno
35quella paura del morire: a quella
i disperati non vi baderanno.
Ciò che ti fa beccar ben le cervella
gli è quel cercarla bella; che di morti
se ne stenta a trovare alcuna bella.
40E benché ce ne sieno di piú sorti,
le sono però certe porcherie,
da fare disonore a tutti i morti.
E questo è il caso che, di tante vie
che ci ha d’andare a veder ballar l’orso,
45in bilico tu stai tra ’l no e ’l sie,
ove, al contradio, senza far discorso,
s’ella fusse una morte che piacesse,
te la beresti, come bere un sorso.
Ma, verbi grazia, se qualcun ti desse
50nel petto d’un pugnale, o nelle stiene,
o con un ciotto il capo ti rompesse,
ti par egli una cosa che stia bene,
sporcarti la camicia e ’l giubberello
del sangue che vien fuora delle vene?
55E’ m’è venuto ancora entro al cervello
ch’i’ mi potre’ andare ad annegare;
e questo mi parrebbe un modo bello:
ma quel doversi poi tutto bagnare
que’ pochi panni che tu hai indosso
60non mi finisce ben di contentare.