Pagina:Parini, Giuseppe – Poesie, Vol. II, 1929 – BEIC 1890705.djvu/112

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106 cicalate in versi


Come potere, lasso!
patir tanto fracasso? Alfin rinvenne
30dal suo sbalordimento;
e calmate un po’ l’ire
della moglie indiscreta,
cosí le prese a dire:
— Mio cuore, tu sai bene
35se mai ho tralasciato
di lavorar, quando m’è capitato.
Or vedi il mio destino.
Che vuoi? ch’io vada a fare l’assassino?
e ch’io mi renda ingrato;
40e ch’io mi serva contro a’ miei fratelli
del don che Dio m’ha dato? —
Allor la moglie bella
placasi alquanto e cosí gli favella:
— Tu sai che l’Indie tutte e l’Oriente
45parlan della tua forza sorprendente:
ognun desia mirarti,
conoscerti, provarti.
Uscir convien di cuna
chi vuol trovar fortuna.
50Va’, gira un po’ il paese
per un quindici giorni o per un mese.
Monterai sur un palco
nelle pubbliche piazze, e griderai:
Signori, c’è una pietra
55o qualche orribil masso
che v’impedisca il passo
in casa o nella via?
Io lo porterò via.
Avete un elefante?
60Su questa schiena mia
io porterollo un buon miglio distante.
Avete un mandarino,
che sia stato dieci anni a un buon governo