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ii - i ciarlatani 107


o un guardiano, o un priore
65di bonzi o di bramini,
che possano a gran stento
regger otto facchini?
Io solo il porterò nel suo convento.
A questa meraviglia
70inarcheran le ciglia:
ognun vorrá veder quanto far sai:
e cosí buscherai
qual cosa per salvar la tua famiglia. —
Piace questo consiglio al buon marito:
75piglia tosto il partito
d’andarsene; si mette in sulle spalle
pochi suoi cenci; ed alla moglie dice:
— Vivi adunque felice,
cara consorte; vendi quelle poche
80masserizie che abbiamo; e del ricavo
vivi co’figli che tu hai d’intorno,
fin ch’io faccia ritorno;
tien conto, se tu puoi, dell’onor mio. —
Baciala in fronte; e se ne va con Dio.
85Lasciamo ire il marito;
e badiamo alla moglie. Era di lei
innamorato un de’ piú bassi dèi:
un de’ manco perfetti;
come sarebbe a dir silfi e folletti.
90Ora costui s’avvide
ben tosto che lo sposo è andato via;
e pien di santa caritade il petto,
pensò a dar compagnia
alla moglie che gela sola in letto.
95Che fe’ dunque il folletto? Ecco ei si veste
un corpo che appuntino
dal piè fino alle ciglia,
come una goccia all’altra, s’assomiglia
a quello del marito pellegrino: