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ii - i ciarlatani 113


<poem> non morrete dannato; anzi nel vostro letto morrete da cristiano. — 285Credete al primo; questi è un ciarlatano. Ecco un medico ancora. — Bisogna medicar col tal sistema: senza di quello non v’è piú salute.— Viene un altro e soggiugne: 290— Le persone avvedute hanno fatto di molte osservazioni, il tempo le ha provate; forse con questa tornerete sano. — Badate all’altro; il primo è un ciarlatano. 295Viene un poeta; e come un disperato forte vi grida: — Ecco l’ascreo furore tutto m’invade: in questa mente oh quanti mi bollono pensieri! Per gli aerei sentieri, 300cigno mortai, men volo pien di celesti doni l’alte imprese a cantar de’ mirmidóni. — Viene un altro e vi dice tutto cheto e soave: 305«Canto l’armi pietose e ’l capitano». Badate a questo; l’altro è un ciarlatano. Ecco un amante esclama: — Donna, se voi non mi volete amare, non è possibil ch’io possa campare. 310Se voi non rispondete a tanto affetto, doman mi troverete morto a letto. — Oimè! saria gran male. La cosa è troppo soprannaturale. Sentiam quest’altro. Non dice parola; 315sol vi guarda e sospira; timido si ritira; e non s’arrischia a baciarvi una mano. Credete a questo; l’altro è un ciarlatano.