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120 terzine


     Chi fa coraggio a la sposa, chi spezza
la zona virginal, chi in versi strani
chiama Imene e la dea de la bellezza.
     25Ho visto epitalami si villani
che starien meglio, il ciel me lo perdoni,
ne le nozze che fan tra loro i cani.
     E non si potrebb’ei d’altre cagioni
trarre argomenti, e non dar punto retta
30a questi pensieracci gaglioffoni?
     Non si potrebbe andar per via piú retta:
e a sé stesso e a gli sposi fare onore,
lasciando quel che a’ bruti soli aspetta?
     Io non gustai del maritale amore,
35però che giovinetto a la sua rete
san Pier m’ha colto papa e pescatore.
     Ma non di men, quantunque io mi sia prete,
vi porre’ dir mill’altre belle cose,
senza toccar quelle che voi sapete.
     40Di buoni avvertimenti una gran dose
e di preservativi un po’ morali
io dare’ in vece a gli sposi e a le spose.
     Direi: — Non fate come gli animali
che a pena terminato di trescare
45sono ancora nemici capitali.
     Voi vi dovete, o sposi, sempre amare,
non giá voltarvi in capo a pochi mesi
l’una al servente e l’altro a la comare.
     Voi dovete pensar che siete presi
50a un laccio cui non può scior se non morte,
non giá le male usanze de’ paesi. —
     Direi: — O sposo, la vostra consorte
è una compagna datavi da Dio,
che che le passion dicano storte.
     55Frenate dunque il mobile desio;
e fuor del vostro nido non scappate,
se non volete aver quel che dich’io.