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124 terzine


     Giovine ancor, vide e conobbe i mali
de le vaste cittadi, e poi piú fido
30diedero asilo a lui l’aure natali.
     E dieci volte sopra cinque al lido
nostro tornò la vaga rondinella,
cercando il loco ov’ebbe l’esca e il nido,
     da ch’ei qui venne; e non pertanto a quella
35aurora che passò lieta e felice,
seguir vide un’aurora ognor piú bella;
     che i campi e la fruttifera pendice
e l’orto e il gregge e i figli e la consorte
e l’amato cultor fan che non lice
     40pòr mai piede a la noia entro a le porte
del lieto albergo, e d’ogni giorno l’ore,
si lunghe al cittadin, per lui son corte.
     Né a lui fa d’uopo, a tener desto il core,
cerco piacer con mille cure intente,
45o cupidigia o ambizion d’onore,
     che all’alma ingenua, all’incorrotta mente,
la spontanea natura offre se stessa
d’infiniti piacer viva sorgente.
[Il ms. resta interrotto.]