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vii - il teatro 149


     Per lor nelle montagne agli antri cupi
fai forza col tuo caldo, e sol per loro
v’indori co’ tuoi raggi e massi e rupi.
     175Sproposito! gittar tanto tesoro
in grembo a certa gente, Apollo mio,
ch’ogni sua gran virtú posta ha nel foro
     della gola. Non piú ci reggo; addio,
addio, o Musa! —E quando piú esecrandi
180detti e piú sciocco favellar s’udio?
     Bestia! Non sa che l’ór, le vesti e i prandi
premi del volgo son che ha il viver corto,
e che vivon d’onor l’anime grandi?
     Non sa che il nostro mondo oggi è si torto
185che a drizzarlo dal posto ov’ei si siede
non basterebbe l’argano piú accorto
     di quel gran matematico Archimede?