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iii - l'auto da fé 167


gli empi fratelli tuoi cui ’l ver s’asconde; —
30indi gli altri ministri, i quai di tanto
gran potestade fúr chiamati a parte.
Ma giá vengon co’ piè nudi, seguendo
l’imagine di quel che per salvarne
mori sul legno, i duri peccatori.
35Ei lor volge le spalle, onde sia chiaro
che lor non resta a piú sperar salute.
Tutti intorno li copre oscura vesta
cui vergan bianche liste; e sopra il petto
e su gli omeri scende altra di tetro
40malaugurato bigio colorita.
Fiamme infernali, draghi e dimon crudi
che con orrendi ceffi attizzan foco
sotto all’immagin del triste dannato
quivi sono dipinti. Al basso appare
45l’infame nome e l’esecrabil colpa
che a tanta pena il cattivel conduce;
o se bestemmiando alzò la voce
incontro al nume, o se per danno altrui
osò evocar da l’Èrebo infelice
50con sacrilego carme spirti ed ombre,
o col poter di bestemmiati sughi
delle sfrenate lammie ai sozzi alberghi
notturno venne. Spaventose mitre
loro sorgon sul capo, ove i demoni
55entro a sulfuree fiamme e serpi e botte
tesson atra ghirlanda. Oh quant’uom puote
umiliar l’altr’uomo! In cotal guisa,
recando ne la man funeree faci
tutte a giallo dipinte, i peccatori
60s’avviano al lor giudizio, indi alla pena.
Ma non eviteran color l’infamia
che prevenner, morendo, il giorno atroce;
però che Tossa lor, sturbate ancora
dalla quiete delle fredde tombe,