Pagina:Parini, Giuseppe – Poesie, Vol. II, 1929 – BEIC 1890705.djvu/176

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170 versi sciolti


Certo che si, però che a te la mente
ragione irradia: e saggio amor ti accende,
di cui filosofia fu a te maestra,
allor ch’esaminar su giusta lance
30ti fé’ il valor delle mondane cose.
Tempo fu giá che i mari, i fiumi e l’alpi
ponean confine ai regni: e non l’immensa
aviditá che ognor piú alto agogna.
Ciascun signore allor nelle sue terre
35vivea contento del primier domino
che a lui natura o altrui piacer donava;
vie piú che d’oro e di purpuree vesti
ricco del cor de’ sudditi beati.
I campi eran sua cura e 1 ’utili arti
40e ’l commerzio e gli studi a Palla amici,
onde fiorendo ogni cittá sorgea
piú ricca e bella, e le frequenti vie
di popolo infinito adorna e piena.
Che se talora ambizioso spirto
45di por tentava a l’altrui patria il freno,
e regnar sopra gli altri, incontanente
qual da l’aratro e qual da le officine
balzar vedeasi: e, tra lor fatto un nodo
che indissolubil fé stringea per sempre,
50s’avventavan feroci, e dell’ingiusto
assalitor le forze ivan disperse
in un momento. Allor l’amica Pace,
qual dopo lieve nuvoletto estivo
fa il ciel sereno, sopra lor ridea.
55Felice tempo, ohimè! quanto desio
de’ tuoi placidi giorni a noi lasciasti,
poi che venne a turbar si bel riposo
mostro infernal che di superbia nacque!
Per lui prima divenne arte e scienza
60dar morte all’uomo; e la piú nobil vita
sprezzar ridendo. Origine celeste