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iv - sopra la guerra 171


ei finger seppe: e per le aurate corti
sapienti adulatori a sue menzogne
accrebber fede; allor che l’empia guerra
65chiamar consiglio de l’eterna Mente:
e dir fúr osi che senz’essa i poli
mal reggerebbon l’insoffribil peso
di tante genti, a cui d’alloggio e pasco
saria scarsa la terra. Empi! che Dio
70creder si ingiusto che a pugnar l’un frate
spinga coll’altro; e del lor sangue ei goda.
Forse mille altre vie non bastan anco
onde viene al suo fin l’umana vita
rósa da gli anni o pur tronca ed infranta
75subitamente? Intanto il crudo mostro,
ognor crescendo, ognor piú accorto finse
nomi e sembianze: e lui Ragion chiamáro
le ambiziose menti a cui sol piacque
sopra le altrui rovine erger sé stesse.
80Per lor consiglio i regi a certa morte
spinser per forza incontro all’armi e al foco
i miseri soggetti, i quai Io scettro
dato avean loro per salvar sé stessi
dall’esterno furore; e aver secure
85all’ombra d’un signor vita e ricchezze.
Fu poi detto valor fra i giovenili
audaci spirti, a cui fa spesso inganno
l’ombra falsa d’onor; ché non nel tórre
l’oro e le vite altrui virtú s’appoggia;
90ma si ben nel versar fiumi di sangue
per la sua patria; e assicurar con una
mille di cittadin preziose vite
ch’esser den solo de la patria a un figlio
cara gemma e tesoro. In cotal guisa
95corse l’acherontea’ belva le terre.
Nulla piú fu securo. In van Natura
di monti inaccessibili rinchiuse