Pagina:Parini, Giuseppe – Poesie, Vol. II, 1929 – BEIC 1890705.djvu/189

Da Wikisource.

ix - filli 183


ivan cercando. L’anitra vagante
con largo piè su per lo stagno i figli
insegnava tuffarsi entro a le chiare
30onde a pescarne il vitto. 11 cumul denso
de la pula spandea con le materne
zampe la chioccia; e crocitando anch’ella
chiamava i figli a ricca mensa: e quelli
solleciti affrettando i picciol corpi
35con lieto pigolar venieno a lei.
il rossignolo, il cardellin, la cara
ospite rondinella, intorno a i pieni
de la sobole lor nidi aleggiando,
l’esca cercata per molta campagna
40dividevan solerti. Altrove poi
l’otri villose del suo petto offriva
al capretto la capra: e col grondante
capezzol sopra il novo parto starsi
godea la mansueta vaccarella.
45A si teneri aspetti il cor di Filli
sospirava commosso: ed ella i lumi
di lagrime bagnando a sé dicea:
— Povera Filli! ecco a le madri tutte
è dato di nodrir la propria prole;
50e tu pasci l’altrui. — Diceva; e quasi
pentita del suo dir, dolce inchinando
gli occhi al bambin che le pendea dal seno,
premea la poppa con le dita: e quegli,
pago del novo scaturir del latte,
55gli occhi loquaci mitemente al volto
di lei volgeva; e grato esser parea
del caro stame ond’ei tessea la vita.
Cosí Filli si stava: ed ecco in questa
venir Nerèa.