Pagina:Parini, Giuseppe – Poesie, Vol. II, 1929 – BEIC 1890705.djvu/196

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190 versi sciolti


a sospirar vedovilmente il caro
onde gioiva i coniugali affetti.
Ed ella gareggiando ne’ lavori
30a rustical famiglia consueti,
con reciproco zel le dava braccio
a faticarsi la vita solinga,
che le facea con povertá beate.
Ma ben diverso in elle era lo spirto
35che le animava. Nel materno petto
tacean del mondo le lusinghe, e solo
dell’avvenire l’inamabil faccia
duramente vegliava, e tuttequante
le sue bellezze il ciel vi raccendea.
40Ad Eurilla (cosi la verginetta
nomavasi) parea dolce ed allegro
d’un sorriso divin l’umano sogno
per la novella etá, che lo menda
d’imagini dorate, e per l’amore,
45che in lei parlava caramente. Un giorno
(allor che per la selva abbandonate
di nutritivo umor cadon le foglie
sul capo al villanel, che ne sospira)
ella sedeva, coll’interna pace
50nel viso impressa, agli orli d’una fonte,
che solcava un pratel, dalle native
soglie tre gitti di pietra lontano:
e, modulando certe favolette
dalla garrula nonna imparacchiate,
55alla rócca traea l’ispide chiome;
in cui di tanto in tanto lascivia
il grato orezzo che previen la sera.
Pochi passi discosto pigolava
una covata di pulcini: e intanto
60che l’un rubava all’altro la pagliuzza,
venia la chioccia con molto schiamazzo
l’affezion tra lor significando.