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232 odi


25Su i discordi elementi
agita allor le mansuete penne
l’onnipotente Amore; e fecondata
si squarcia e si dilata
l’indigesta materia, e fra il tumulto
30delle pugnanti particelle emerge
dolce armonia che le congiunge, e al vario
scontrarsi, urtarsi e combinarsi elice
dal gran contrasto de la massa informe
il vario aspetto de le varie forme.
35Natura intanto in reai cocchio assisa
correa per l’universo, e la seguia
degli enti la moltiplice famiglia:
splendeano gli astri, e variamente attratti
seguian le forze del maggior pianeta;
40e scotean le comete in lunga traccia,
de’ regolati errori entro il confine,
l’ardenti code e il tremolante crine.
Allor l’immota Eternitá si scosse,
e dal seno gittò nobile figlio,
45e de’momenti gli cedeo l’impero.
Tu fosti, o Tempo; e primo
di tante meraviglie ammiratore
ne’ vasti spazi del creato intero
lanciasti il guardo e dispiegasti il volo:
50e a seconda del sol temprando il moto
de’ tuoi rapidi vanni,
a produr cominciasti i giorni e gli anni.
Pria ne’ campi ridenti
d’Eden, ch’eterna primavera infiora,
55quando il padre primiero e la consorte
vivean felici d’innocenza a lato,
i giorni conducesti almi e sereni,
sacri ai dolci concenti,
ai bei diporti ameni,
60ai soavi colloqui, e non lasciavi,