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248 sonetti


XIV

PER LA ESALTAZIONE AL PONTIFICATO DI CLEMENTE XIII

[1758.]

I.

     Poiché il maggiore or sei servo de’ servi,
quante magnanim’opre, o gran Clemente,
vedremo uscir dall’inspirata mente
e dalla caritate onde in sen fervi!
    Oh come fía che tu cresca e conservi
tuo sparso ovile! Oh come rotte e spente
cadran le insidie del crudel serpente,
si che religion piú non si snervi!
     Zelo divin reggerá cauto il corso
del legno altero a cui Pier fu piloto,
ch’unqua del mar non fia ludibrio e scherzo:
     però che gli offriran forte soccorso
e cielo e terra; e chiaro al piú remoto
di fia Clemente sopra diece il terzo.

XV

2.

     La forte madre, che mirò il suo figlio
primo seder quaggiú d’ogni mortale,
piú non sperando aver letizia eguale,
sciolse lo spirto, e chiuse in pace il ciglio.
    E poi che a lei non lice in questo esiglio
guidar colui che sopra ogn’altro sale,
disse: — Qui femmo assai; or che piú vale?
In cielo andiamgli ad impetrar consiglio. —
     Ma di lá visto il gran figliuol che il manto
di Pietro onora, e di sé il mondo bea,
e tutte le Virtú ridergli accanto;
     per lo novo piacer che in lei si crea,
maravigliando grida: —Io veggio or quanto
crescer mia gioia in terra ancor potea. —