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256 | sonetti |
XXX
PER DON MAURIZIO SALABUE
quaresimalista in Lugano [1767],
Fama della virtú, del duro e acerbo
viver, va innanzi al precursor di Cristo;
e sul Giordan prepara il popol misto
mentr’egli affretta ad annunciare il Verbo.
Ei giugne alfine; e pien di foco e nerbo,
studia, parlando, far deH’alme acquisto:
commuovonsi al suo dire il buono e il tristo,
il molle grande e il fariseo superbo.
Ma il popol duro, sol di plauso inane
empie le valli, — Elia — gridando; e il vento
seco della missione il frutto porta.
Non imitar, Lugan, le turbe insane;
ma i raccolti nel cor semi trasporta
nella tua casa; e cova il pentimento.
XXXI
PER SAN GIROLAMO MIANI
[1767.]
I.
O Povertá, che dal natio soggiorno
fai le turbe dolenti errar lontane,
e per somma deH’uomo ingiuria e scorno
le costringi affamate a cercar pane;
quante volte al Mian farai ritorno
non udrai chiuder porta o latrar cane,
sien pur le vesti che tu hai d’intorno
e le parole tue diverse e strane:
ma con pronto soccorso a le tue brame
egli offrirá la sua povera mensa,
e vorrá parte aver ne la tua fame;
perocché tutti con affetto eguale
sa gli uomini abbracciar quell’alma immensa,
e fa suo cittadino ogni mortale.