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266 sonetti


XLIX

PER LA MORTE DI MARIA TERESA

[1780.]

     Poiché la gran Teresa i serti frali
sciolse, al vero affrettando eterno alloro,
aro duolo improvviso estese l’ali
sopra la terra e sopra il mar sonoro.
    Le genti, che da’ suoi geni reali
ebber fida difesa, alto ristoro,
piagnean, mille additando opre immortali,
la protettrice, anzi la madre loro.
     Piagnea l’Europa l’auspice bontade
che i nodi della pace e dell’amore
al discorde compose ampio emisfero.
     Piagnea l’orbo universo il suo splendore,
e il raro sopra il trono esempio altero
di fede, di giustizia e di pietade.

L

PER IL VIAGGIO DI PAPA PIO VII A VIENNA

[1782.]

     Giunto a Cesare innanzi, umil deponi
de’ sovrani del Tebro il fasto altero,
né ti scordar giammai, se a lui ragioni,
che tu non sei che il successor di Piero.
    Recagli in dono Roma: a lui non doni
che un retaggio dovuto al sagro impero;
e cedi a lui di questa terra i troni
che gli eterni decreti a te non dièro.
     Digli come finor nocque a la Fede
di tua corte l’antico e vasto orgoglio,
con triregni, oro e bissi e baci al piede.
     Tu vedrai, mentre parli, appiè del soglio
la Virtú che ti ammira, e forse crede
che tu la riconduci in Campidoglio.