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sonetti 297


CV

PER LE NOZZE DI GIOVANNINA DILETTI E DI PIO MARTINI

     Tra il popol folto Amor v’udi, dolenti
note temprando col canoro petto,
tutti invocar contro il troiano i venti,
tentato invan col lusinghiero aspetto:
    e mal soffrendo che con falsi accenti
un caldo non ancor sentito affetto
finger sapeste alle sedotte menti,
qual se gemesse il cor in lacci stretto,
     dall’infallibil arco un dardo sciolse,
che ratto venne e il vostro cor trafisse
e il finto fuoco in sacro ardor rivolse.
     Poscia agli attenti spettatori altero
additò la ferita ed: — Ecco,—disse,—
come talor lo scherzo adombri il vero. —

CVI

PER UNA SPOSA

1.

     Precorre Imene, e rende luminosa
la sacra stanza de’ piacer novelli;
e rugiada freschissima odorosa
da le rose gli piove su i capelli.
    Amore, armato sol d’aurei quadrelli,
guida la verginella paurosa;
ed ella, chini i suoi due occhi belli,
sopra lui mollemente si riposa.
     Amor sorride, e le accenna col dito
il loco ove sará madre d’eroi;
ella, a quel cenno, palpita ed arrossa.
     Serba quel bel pudor, vergin commossa,
se il letto geniale ognor gradito
al caro sposo e a te serbar tu vuoi.