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ii - ascanio in alba | 31 |
nel dolce imaginar questa mia mente.
Che fia?... Sogno?... o son desta?...
Ascanio. Oh madre, oh diva!
Qual via crudel di tormentarmi è questa?
Silvia. No, piú sogno non è: quello è il sembiante
che da gran tempo adoro...
Ascanio è dunque?... o pur son d’altri amante?...
Dubito ancor...
Ascanio. La ninfa
agitata mi par... Mi riconosce,
ma scoprirsi non osa.
Silvia. Ah si il mio bene,
il mio sposo tu sei.
(alzandosi, e facendo qualche passo verso Ascanio)
Ascanio. Cieli! s’accosta:
come potrò non palesarmi a lei!
Silvia. (s’arresta)
Imprudente, che fo? Spontanea, e sola
appressarmi vogl’io? Seco non veggio
la dea che il guida... Egli di me non chiede..,
Meco Aceste non è... Dove t’avanzi
trasportato dal core, incauto piede?
Ingannarmi potrei...
SCENA III
Silvia, Ascanio, Coro di Pastorelle, Fauno.
Silvia. (accostandosi a Fauno) Fauno, che brami?
Fauno. (a Silvia)
Io di te cerco, o ninfa, e a te pur vengo
giovanetto straniere.
(ad Ascanio che si accosta dall’altro lato)