Pagina:Parini, Giuseppe – Poesie, Vol. II, 1929 – BEIC 1890705.djvu/375

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traduzioni 369


quivi s’accoglie; e dal crudele aspetto
l’eroe divelle. Intanto per suo cenno
270l’ispana gente, innanzi a le sacr’are
rivolge i canti nuziali in atra
funerea pompa; e un prezioso avello
innalza ad eternar d’ambo gli amanti
le glorie, il nome e i disperati amori.
     275Ma, poi che in preda a le sue triste cure
si diè Colombo, e ne’ pensier s’immerse
dell’infelice amor, solo in oscura
grotta celossi a deplorar suoi casi.
Quivi la Morte, ch’ei pregando giva
280nel colmo del suo duolo, a troncar presta
era i suoi di; se non che ’l cielo, udendo
i gridi suoi, con l’invisibil mano
sovra l’afflitto amante un sonno sparge
piacevol si, che nell’obblio per poco
285sommerge i pensier tristi, e in seno a quelli
l’obbietto di sue pene. Intanto Zama
giá nell’empirò a la sacrata tazza
col nettar degli eletti si disseta.
Ella prima tra gl’indi il folle errore
290da la mente sgombrò; e ’l sommo Nume,
a cui piacque sua fe’, d’eterno premio
coronò i’ardor santo. Allor presenti
son le venture cose a’ lumi suoi,
che Dio rischiara: e cosí a lei comanda:
     295— Vanne, e tu difensore angiolo al fianco
sii di Colombo; e, in premio di sua fede,
da te maravigliando i fati intenda. —
Tacque, e ’l divin voler pur un momento
non vagliono a tardar spazio né muro;
300perocché Zama a tal parlar, piú presta
d’un guardo e d’un balen, per l’aere fende
il deserto degl’indi; e all’antro giugne,
ove in doglia crudel Colombo assorto
G. Par ini, Poesie - 11. 24