Pagina:Parini, Giuseppe – Poesie, Vol. II, 1929 – BEIC 1890705.djvu/376

Da Wikisource.
370 ytraduzioni


passa l’ore notturne. I grati odori,
305che d’intorno ella spira, annuncio son
che presente è un celeste. Il vivo lume
onde agguaglia l’aurora, il di rimena
entro al solingo albergo: e perché i lumi
non abbagli a Colomho, intorno vela
310d’un nuvoletto le celesti forme.
Indi recando tra le mani un globo
colorito d’azzurro, ove dipinto
si mira l’universo, e dei destini
l’immutabile rota, a lui s’appressa.
315A’ primi accenti suoi, l’eroe, che Zama
s’immaginava di veder sognando,
fuor dell’abisso miserabil esce,
ove suo duolo il preme: un piú soave
foco l’incende, e lo ritorna in calma.
320—Suvvia, — diss’ella,—ornai ti rassecura;
le mie sembianze riconosci; e vedi
come in un punto sol de la tua fida
la sorte si mutò. Di pianger lascia
le sue sventure; ché nel ciel giá gode
325trionfante il mio spirto; e fuori uscito
de’ lacci alfin de la terrena spoglia
in sua felicitá vera non teme
ombra né sogno. Io dall’alto del cielo
mille error veggio e mille pravi affetti
330avvelenar la terra. Il puro foco,
che per te m’arde in seno, or tutto è volto
a nodrir tue virtú. — Cosí diss’ella;
e ’l ligustico eroe, in mezzo all’alta,
sua maraviglia, dall’amor sospinto
335vola all’amata donna; e al piè le cade,
e trattenerla vuol; ma da le braccia
ond’ei l’accerchia, il lieve aer dileguasi:
e a lui si parla la visibil ombra:
— Quest’esse!" mio, ch’or fatto è pura mente,