Pagina:Parini, Giuseppe – Poesie, Vol. II, 1929 – BEIC 1890705.djvu/391

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traduzioni 385


12

[Odi, I, 20]

Beverai meco, o Mecenate amato,
in mediocri tazze il tenue vino
del mio poder sabino
che in greco vaso io stesso ho suggellato
quando de’ plausi tuoi sonò ripiena
tutta l’arena.

13

[Odi, II, II]

Non ricercare, o Quinzio,
ciò che il cantabro pensa ovver lo scita,
ch’erra lontano, e d’Adria
oltre il frapposto mar. La nostra vita
di poco si contenta;
folle è chi invan per lei l’alma tormenta.

14

[Odi, II, 15]

Giá tante moli regie
s’alzano d’ogn’intorno
che al curvo aratro un giorno
terreno da solcar non resterá.
Piú del Lucrino estendersi
vedrem gli ampi vivai;
e al platano oggimai
l’olmo marito il luogo cederá.