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40 opere drammatiche


Aceste. De la virtú il cimento

premian gli dèi cosí, (a Silvia e ad Ascanio)
Silvia. Numi! che bel momento!
Come in si bel contento
il mio timor fini!
Aceste. De la virtú il cimento
premian gli dèi cosí.

Ascanio. (abbracciandosi
rispettosamente)
Ah cara sposa, oh dio!
Silvia. Ah caro sposo, oh dio!
Ascanio.
Silvia.
Aceste
(a tre) Piú sacro nodo in terra,
piú dolce amor non è.
Quanto, pietosa dea,
quanto dobbiamo a te!
Venere. Eccovi al fin di vostre pene, o figli.

Or godete beati
l’una nel cor dell’altro ampia mercede
de la vostra virtú, (a Silvia) Mi piacque, o cara,
prevenire il tuo core. Indi la fama,
quindi Amore operò. Volli ad Ascanio
cosí de la sua sposa
la fortezza, il candor, l’amor, la fede,
mostrar su gli occhi suoi. Scossi un momento
quel tuo bel core; e ne volar scintille
di celeste virtude a mille a mille.
Ma voi soli felici
esser giá non dovete.
La stirpe degli dèi, piú ch’ai suo bene,
pensa all’altrui.
(ad Ascanio) Apprendi, o figlio, apprendi
quanto è beata sorte
far beati i mortali. In questo piano
tu l’edificio illustre
stendi della cittá. La gente d’Alba
sia famosa per te. De le mie leggi
tempra il soave freno:
ministra il giusto: il popol mio proteggi.