Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. I, 1913 – BEIC 1891614.djvu/219

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tutto d’un’opera dell’arte. Ora da questa necessitá e da questa osservazione sorse il quarto principio generale delle belle arti, cioè la proporzione, della quale, cosí come degli altri susseguenti, parleremo piú ampiamente, perché è necessario di farne con piú evidenza sentire l’applicazione alle diverse arti ed ai casi particolari delle medesime.

Capo V

Della proporzione. La proporzione non è altra cosa che una certa conformitá, la quale passa fra le varie parti che compongono un tutto, ed una conformitá che passa fra queste parti ed il tutto medesimo. Questa conformitá o proporzione noi la riconosciamo nelle sensazioni, nelle idee e nei sentimenti che vengono in noi eccitati, allorché gli oggetti dell’arte presentatici operano sopra l’anima nostra. Giá si è stabilito che l’intenzione delle belle arti si è di raccogliere una quantitá di oggetti, e di questi formarne un solo, onde fare una tanto piú forte e piú gradevole impressione. Ora, per ciò fare, sono necessarie due cose: la prima si è, che gli oggetti, i quali entrano nella composizione d’un tutto artificiale, sieno ben distinti fra loro; l’altra, che abbiano o che possano avere nella produzione dell’arte una somiglianza o corrispondenza fra loro medesimi. Quando gli oggetti sono distinti, sono distinte anche le idee e i movimenti che si eccitano all’occasione di quelli; ed ecco la varietá senza la confusione: quando gli oggetti hanno corrispondenza o relazione, l’hanno pure le idee e le affezioni dell’animo; e quindi nasce quel facile incatenamento delle cose, che riduce la varietá all’unitá in una composizione dell’arte. Egli è in questo caso che ciascuno degli oggetti diventa con gli altri parte d’un medesimo tutto: per questa ragione nel decorso del presente articolo si parlerá, per maggior chiarezza, non giá di oggetti, ma di parti. Le proporzioni, che debbono regnare fra le parti componenti un medesimo tutto, sono o di qualitá o di quantitá; e cosí le