Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. I, 1913 – BEIC 1891614.djvu/270

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fra la moltitudine degli altri posson meglio servire ad istruirci in cose morali o scientifiche, o in qualunque altro modo vantaggioso a chi legge. Dopo i tre primi scrittori mentovati di sopra, merita il primo luogo Giovanni Villani fiorentino, il quale scrisse la sua storia nell’anteriore metá del secolo decimoquarto. «Sopra costui — dice il Salviati — il fondamento è da porre della puritá de’ vocaboli e de’ modi del dire, si perché scrisse nella pura favella, si perché stese maggior volume di qualunque altro che del buon tempo forse ci sia rimaso. La legatura delle voci v’è semplice e naturale; niuna cosa di soverchio, niuna per ripieno, nulla di sforzato, niente d’artificiato vi può scoprire’il lettore: non pertanto in quella semplicitá si vede una cotal leggiadria e bellezza, simile a quella che noi veggiamo in vago ma non lisciato viso di nobil donna o donzella», 11 giudizio d’un uomo cosi intendente e cosí zelante della volgar lingua, qual fu il Salviati, vaglia per molti altri che qui recar si potrebbono. Noi aggiugneremo soltanto che, sebbene la locuzione e lo stile del Villani siano invero quali il Salviati li giudica, forse non sarebbero quelli che meglio convenissero, generalmente parlando, allo storico d’una nazione, massimamente in tempi piú colti e filosofici, quali noi reputiamo essere i nostri; e ciò per li principi che noi stabiliremo, quando si tratterá della maniera del leggere e dello scrivere la storia. Tuttavia, siccome la storia di esso Villani abbonda piú che ogni altro antico libro de’ vocaboli e delle forme piú gentili e piú proprie delia nostra lingua, cosi sará utile di leggerla per far di queste una raccolta nella mente ed averle in pronto, accomodandole a’ diversi generi dello stile, secondo che ad alcuno di questi posson meglio convenire. È troppo noto che un Matteo Villani, fratello dell’altro, ed un Filippo, figliuolo di questo, hanno pure scritto storie, continuando quella del primo; ma costor due sono assai meno purgati e gentili che non fu l’altro, e perciò, per riguardo alla lingua, con poca utilitá si leggerebbono. Un’altra opera fra le antiche italiane merita d’essere scelta dagli studiosi, e questa si è gli Ammaestramenti degli antichi ,