Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. I, 1913 – BEIC 1891614.djvu/271

Da Wikisource.

raccolti e volgarizzati da fra Bartolomeo da San Concordio. Questa piccola operetta è una raccolta delle piú gravi e piú utili sentenze degli antichi filosofi, recate nella volgar lingua con uno stile breve, preciso, succoso ed energico, e tutto proprio a servirci di modello, non solamente per la puritá della lingua, ma ancora per lo stile che si richiede a trattar certe materie di notabile grandezza ed importanza. Il citato Salviati, dopo aver lodato lo stile di questo libro, conchiude che la favella di esso è la piú bella e la piú notabile che si scrivesse mai in que’ tempi. Il volgarizzamento del Trattato dell’agricoltura di Pietro de’ Crescenzi non è pure da trascurarsi nella moltitudine degli altri antichi libri; imperocché, al dir del Salviati medesimo, esso è una delle principali scritture del volgar nostro, si per li nomi specialissimi degli affari della villa, e talora anche d’astrologia e di medicina e d’altre arti, molti de’ quali tra’ libri di quell’etá altrove non si ritrovano; si perché in genere di buone voci e di pura lingua è ripieno, e anche l’accozzamento delle parole imita quella leggiadra semplicitá del Villani. Perfine sono da pregiarsi assaissimo altre due opere antiche, l’una delle quali si è lo Specchio di penitenza di fra Iacopo Passavanti, l’altra si è le Lettere di don Giovanni da Catignano scritte nelle Celle di Vallombrosa. Del primo dice il Salviati che, nel fatto dell’esser puro e nella guisa de’ favellari, andò forte imitando il libro delle Novelle , ma con istile piú semplice, e oltre a ciò lasciò piú l’uso de’ vocaboli antichi, che nelle sue Giornate non aveva fatto il Boccaccio. Dell’opera del secondo dice lo stesso Salviati che v’ ha qualche voce antica, ma assai poche, e i parlari e la dettatura appaion cosí novelli, che per moderni in tutto per poco si prenderebbono; nella quale osservazione è da avvertire che quel «moderni» intender debbesi rispettivamente allo stato in cui era la lingua nel tempo che il Salviati fiori. Dopo i libri che noi ora abbiamo di tanti eccellenti moderni, dopo i vocabolari dell’accademia della Crusca, dopo le molte opere de’ grammatici, superflua cosa sarebbe che noi, oltre alle