Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. I, 1913 – BEIC 1891614.djvu/294

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lepore, naturale insieme e nobile, con cui è dettata. Con tutto ciò, fa di mestieri avvertire che egli, troppo innamorato dello scrivere degli antichi toscani, adottò de’ vocaboli e delle frasi che dovevano essere rancide fino del suo tempo, e che ora lo sarebbono assai piú. Torquato Tasso, principe dell’epica poesia italiana, del quale poco diremo, perché tutti gli autori ne parlano e perché tutta l’Europa è piena del suo nome. Noi toccheremo soltanto qualche cosa di questo grand’uomo relativamente alla lingua ed allo stile delle sue opere principali, che sono la Gerusalemme e 1 * A minia. La Gerusalemme , come suole accadere di tutte le opere straordinarie, incontrò, dalla parte degli accademici della Crusca e di altri, le grandi critiche che sono famose nella storia letteraria. Ma finalmente tali furono e cosí universalmente riconosciute ie bellezze di quel poema, che quella stessa accademia, dalla quale erano uscite le critiche, ricevette poi e quella ed altre opere del Tasso ad esser testo della lingua ne’ posteriori vocabolari. L ’Aminta, favola pastorale dello stesso autore, è opera tale che, paragonata colla Gerusalemme , si rimarrá in dubbio qual delle due, nel rispettivo loro genere, piú s’accosti alla perfezione. Essa è il piú nobile modello che abbia l’italiana lingua e poesia della gentilezza, della puritá, dell’eleganza, del vezzo e di tutte le grazie insomma della dizione e dello stile. Gl’italiani critici osano dir con ragione che niuna delle moderne lingue non ha nulla da poter mettere al pari di questo componimento, sia per riguardo alla scelta ed alla nobiltá de’ pensieri adattati al costume delle persone introdotte, sia per riguardo alle natie grazie ed alla veramente greca venustá dell’espressione. Gioverá qui d’osservare che malagevolmente si troverá scrittore cosí diverso da se medesimo, nelle diverse sue opere, quanto il Tasso; il che, se bene ci apponghiamo, dee spezialmenie attribuirsi all’incostanza della fortuna e della mente di lui. La maggior parte delle poesie, anzi anche delle prose di questo autore, se di qualche cosa mancano spezialmente, mancano esse di quella esteriore apparente facilitá in cui consiste il piú perfetto raffinamento e, per cosí dire, l’ultimo lenocinio