Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. I, 1913 – BEIC 1891614.djvu/298

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Vari pensieri sono dettati generalmente con molta trascuraggine. oltre che vi è poco da imparare per riguardo alla dottrina. Filippo Baldinucci, scrittor delle Vite dei pittori, scuiton ed architetti , assai purgato nella lingua, benché molto meno elegante e leggiadro di stile che il Vasari e di manco dottrina nelle materie che tratta. Lorenzo Lippi nel Malmantile e Michelagnolo Buonarruoti il giovane nelle sue commedie ci hanno lasciato un apparato di tutti i vocaboli e di tutte le maniere famigliari della lingua; t sono perciò molto utili ai non toscani, che son costretti d’ap prenderla dai libri. Conchiudiamo finalmente il catalogo de’ libri migliori da leggersi per la lingua, aggiugnendo le opere di Benedetto Menzini, di Francesco Redi, d’Alessandro Marchetti, d’Orazio Rucellai, di Carlo Dati, di Benedetto Averani, di Lorenzo Bellini, di Lorenzo Magalotti e d’Anton Maria Salvini. Dalla serie che, seguitando a un dipresso l’ordine de’ tempi, si è per noi tessuta de’principali scrittori, coll’opera de’ quali si è stabilita, perfezionata e divulgata la lingua italiana, noi abbiamo appreso quali sieno gli autori e le opere su le quali hassi a fare maggior fondamento per lo studio di essa. Dal carattere poi che, dietro alla scorta della ragione e de’ buoni critici, abbiamo attribuito a ciascuno degli autori, per ciò che si appartiene alla respettiva maniera del pensar loro e dello scrivere, confidiamo d’aver per ora detto in generale quello che basta per ben guidarci cosí ad imitarne i pregi, come a sfuggirne i difetti. Noi abbiamo pur parlato bastevolmente delle vicende alle quali è stata soggetta l’italiana lingua ed eloquenza dal suo primo nascere fino al secolo decimosesto, nel quale può veramente dirsi che stabilisse ed ampliasse gloriosamente il suo regno per tutta l’Italia, mercé degli eccellenti scrittori in ogni genere, che la coltivarono con tutto lo studio. Da ciò si rileva che i toscani quelli furono che non solo diedero al l’Italia il linguaggio nobile, ma ancorai primi grandi modelli dello stile e dell’eloquenza, rettamente applicati allo stesso linguaggio; da’ quali venendo poscia animati ed ammaestrati tanti