Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. I, 1913 – BEIC 1891614.djvu/304

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andarono di mano in mano conformando a’ fiorentini, e per questo modo anch’essi all’unitá della favella, nella quale, per comodo generale, convenne poscia tutta l’Italia. Ma fra gli stessi scrittori fiorentini ce ne ha di quelli che scrissero nella lingua che ora chiamiamo «nobile» e «comune», ed altri che scrissero in quella del popolo, o presso che simile; e noi ne abbiamo proposto cosí degli uni come degli altri. Posiamo dunque la quarta regola, fondata su le cose avvertite di sopra: cioè che nello studio e nell’uso della lingua si hanno ad imitare scrivendo que’ soli che hanno scritto regolarmente e nobilmente, non avendo noi proposti gli altri se non perché da essi possiamo noi lombardi apprendere i termini speciali delle arti, de’ mestieri e d’altre cose somiglianti, che noi non troveremmo agevolmente né in gran copia presso gli storici, gli oratori, i poeti e tali altri scrittori; i quali termini, per serbar la conformitá e l’unitá della lingua, fa d’uopo pigliare assolutamente da’ fiorentini. Tutta volta questi fiorentini e questi toscani non avranno forse scritto o non iscriveranno in ogni tempo in quella lingua nobile e regolata, nella quale prima di noi son concorsi tutti gli scrittori piú eccellenti dell’Italia. In questo caso sia dunque la quinta regola, cioè: nel fatto della lingua, si studino e s’imitino gli scrittori toscani di quel tempo, nel quale essi hanno usato piú gentilmente, piú puramente e piú regolatamente la loro lingua. Ma si suol dire che le lingue viventi sono soggette a mutazione, e che l’uso è il supremo moderatore di quelle, e che perciò conviene oggi adattarsi all’uso corrente, vale a dire di scrivere e parlare in quel modo che oggi si usa. Tuttavia fa di mestieri esaminar questa proposizione. Ricordiamoci prima che cosa abbiam detto che sia una lingua vivente. «Lingua vivente» dicemmo chiamarsi quella che viene attualmente c naturalmente parlata da una nazione, e della quale attualmente si servono, scrivendo, gli autori della nazione medesima. In questo senso, non vi ha dubbio che una lingua vivente è seggetta a cambiamento, e che chiunque vuole scrivere in essa dee