Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. II, 1915 – BEIC 1892399.djvu/105

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XII. Aurora. Giovanetta sveltissima, coronata di rose, con ali spiegate d’uccello, capelli leggerissimi e svolazzanti, ed abito succinto, tenendo colle due mani in alto un’urna, da cui versa fiori e rugiada. XIII. Cefalo. Giovane in abito spedito da cacciatore, calzaretti a’ piedi e dardo in mano, in atto di camminare dalla parte opposta all’Aurora. STATUE PER LA FACCIATA VERSO CORTE I. Uno degli dèi Lari. II. Il Genio buono. III. Como, dio dei conviti. IV. Un altro degli dèi Lari. Lari. Ciascuno degli dèi Lari rappresenterá un giovanetto, con farsetto semplice senza maniche, quasi di pelle di cane, di cui gli cada il teschio davanti al petto, picciola berretta in testa, e cane guardiano a lato. Saranno ambidue in atteggiamento riposato, ma diverso l’uno dall’altro. Il Genio buono. Giovane coronato di foglie di platano, colla cornucopia nella sinistra, appoggiata alla spalla, e coppa nella destra, in atto di porgerla. Como. Giovane con breve panneggiamento ovvero nudo, con berretta formata di fiori in capo, appoggiato languidamente col braccio sopra un palo, e tenendo con una mano una fiaccola accesa, che pure gli cada languidamente lungo la coscia.