Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. II, 1915 – BEIC 1892399.djvu/113

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In questa medaglia si vedrá Giove soavemente appoggiato nel grembo di Giunone, e in atto d’accarezzar coll’una mano il mento di Minerva, seduta piú abbasso appresso di lui. Mostrerá egli di stare attentissimo al canto d’Apollo, che, inferiormente, in piedi e dirimpetto a lui, stará accompagnandosi colla cetra. Dalla parte d’Apollo, e facendo gruppo con esso, sederá Mercurio; ma in atto d’esser pronto ad alzarsi al menomo cenno di Giove, a cui guarderá fissamente, per intenderne sul momento il volere. L’espressione di Giove sará la piú dolce e la piú tranquilla che possa mai vedersi. Giunone mostrerá di deliziarsi, strignendosi, quasi con improvviso soprasalto del cuore, a Giove, per seco partecipare il piacere, che le viene dal canto d’Apollo, ed approvare la scelta dei divertimenti. Stará nello stesso tempo attentissima coll’occhio e coll’orecchio ad Apollo. Minerva stará pure attentissima a questo dio, significando nel volto una profonda e dolcissima commozione dello animo, e con una mano facendo segno di straordinaria ammirazione. Apollo sará pieno d’entusiasmo bensí; ma di quello che nasce dai piú intimi sentimenti del cuore, anzi che dalla riscaldata fantasia. Però l’attitudine e l’espressione di lui sará franca ed ardita, ma senza troppo grande alterazione di moti. Avrá egli il capo cinto di raggi. La nuvola, su cui stará Giove sedendo, sará d’un color vago e dorato. Piú sotto sembrerá che si sciolga in una fresca rugiada, simbolo della divina beneficenza; e in quella rugiada cadente comparirá l’iride, simbolo della pace. Sará tanto piú ingegnosa quest’iride, se, in grazia della posizione d’Apollo, sembrerá che nasca dalla refrazione de’ raggi che partono dal capo di lui. L’aquila stará ai piedi di Giove, ma senza i fulmini. Sederá sopra lo scettro di quello, in atto d’addormentarsi, vinta dalla melodia del canto, appunto in quel modo che Pindaro la dipigne: ... Al grato suono assisa su lo scettro, a poco a poco l’aquila i lumi chiude e abbassa l’ale; e del placido sonno, che la ingombra, alto il dorso incurvando, altrui dá segno.