Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. II, 1915 – BEIC 1892399.djvu/186

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cenno della gratitudine che io pruovo. Non mi torna conto di esaminare quanto l’amicizia, di cui Ella mi onora, abbia potuto farle illusione a mio riguardo. Le dirò bensí ingenuamente che le pubbliche lodi datemi da una persona del merito di lei non potevan giugner piú opportune per una certa mia fatale circostanza, della quale rimetto altre volte a parlarle. Sebbene adunque io non sia mai stato gran cosa avido di lodi, questa volta nondimeno son contento d’averle ottenute, e massimamente da lei. Non mi stendo a farle complimenti sul suo Elogio , per la difficoltá che ho tuttavia allo scrivere. Mi basta di dirle con tutta veritá che questo è l’elogio non meno del conte Duranti che dell’ingegno e del giudizio e del cuore di lei medesima. Ella interpreti queste poche parole per quel molto, che le vorrei dire, e sia certa che queste non provengono dalla riconoscenza ma dalla giustizia. Continovi a farsi onore nella letteratura, Ella che il può far cosi bene, e si degni di considerar sempre me fra il numero de’ suoi veri estimatori. Sono, col maggior ossequio, eoe. Milano, 15 giugno 1781. XXII A Carlo Castone della Torre di Rezzonico Lo ringrazia per l’invio del poema su L’eccidio di Como, al quale muove qualche appunto. Illustrissimo signore e padrone colendissimo, Non posso che commendare l’eleganza, la copia e l’evidenza del bel poemetto, che Vostra Signoria illustrissima si è compiaciuta di comunicarmi. Ho ammirato poi spezialmente la bella descrizione deH’assalto dato alle mura di Como, la bella similitudine del terreno, l’apparizione di Plinio, ecc. Tuttavia, per servirmi della libertá Ch’Ella generosamente mi concede, ardisco di suggerire alla osservazione di lei che