Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. II, 1915 – BEIC 1892399.djvu/187

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forse non sia per piacer cosi generalmente un poemetto di genere presso che lirico, il quale abbia bisogno di molte note per ottenere l’effetto ’poetico. Forse ancora certe espressioni troppo artificiose, tolte dall’antica erudizione poetica, potrebbero non convenire del tutto ad un componimento, in cui domina un vero patetico, ecc. Parmi che la introduzione di Plinio, se è considerato come una visione, non abbia bisogno d’essere né vaporoso né assottigliato, ecc. Che se Plinio, o l’apparenza di lui, non si suppone sogno, ma realtá, forse non converrebbe farne Morfeo architettore, ecc. A buon intenditore credo che ciò basti. Del resto, rinnovando le mie sincere significazioni di stima per li talenti singolari di Vostra Signoria illustrissima, sono, col maggiore ossequio, ecc. [*783]. XXIII All’arciduca Ferdinando d’Austria D omanda d’esser investito di qualche beneficio ecclesiastico vacante. Altezza reale, Nella imminente provvista de’ benefici semplici vacanti, l’umilissimo servitore dell’Altezza Vostra reale, il sacerdote Giuseppe Parini, professore di belle lettere nelle scuole Palatine, sperando qualche benigna contemplazione alle sue circostanze di fortuna, di salute e di servigio, umilmente supplica la reale Altezza Vostra che si degni di nominarlo ad alcuno de’ mentovati benefici. Che, ecc. [1783]-