Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. II, 1915 – BEIC 1892399.djvu/188

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XXIV A N. N. [forse il ministro plenipotenziario conte Wilczek] Domanda un beneficio ecclesiastico o qualche altro cespite d’entrata. Nella imminente provvista de’ benefici semplici vacanti, il sacerdote Giuseppe Parini si prende la libertá di umilmente ricordar la sua persona all’Eccellenza Vostra. Ciò non fa egli per sollecitare inopportunamente le beneficenze superiori, ma soltanto per non aversi a rimproverare di non essersi presentato a qualche benigna disposizione, che possa essere nel reale governo a favore di lui. A questa occasione permetta Vostra Eccellenza che il Parini. necessitato dalla qualitá di supplicante ed affidato alle antiche e recenti dimostrazioni di bontá dategli dall’Eccellenza Vostra, esponga per la prima volta le sue circostanze, senza pusillanimitá e senza iattanza. Sono giá da quattordici anni ch’ei copre la cattedra di belle lettere nelle scuole Palatine; non ha mai mancato d’uditori, ed ha procurato sempre d’assisterli con esattezza e con zelo. In tal decorso di tempo, quando d’immediata quando di mediata commissione del governo, è stato applicato ad altre operazioni straordinarie, come a formare un piano d’istituzione d’un’accademia di belle arti, copia del quale esiste presso di lui; a cooperare ad un piano d’istituzione della Societá patriottica, in compagnia de’ consiglieri marchese Beccaria e conte Secchi. Si nell’uno che nell’altro caso, gli furon date ragionevoli speranze dell’impiego di segretario delle dette istituzioni; ma ciò non ebbe poi luogo. Creatasi dal governo, con approvazione della corte, una commissione letteraria per la formazione de’ libri elementari scolastici, la quale, indipendentemente dagli individui della commissione, non fu condotta a termine in tale incumbenza. dopo avere il Parini compilato sulle memorie de’ suoi colleghi e sulle