Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. II, 1915 – BEIC 1892399.djvu/197

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XXX Alla medesima Le presenta il cavaliere Guarini e le invia un sonetto scritto in lode di lei. Adorabile Silvia, Viene costá il cavalier Guarini, gentiluomo di Romagna molto savio ed istruito. Colgo questa occasione di volo, per indirizzarvi questo foglio con alcuni pochi miei versi. Vi priego di gradirli come un verace testimone dell’ossequiosa ricordanza, con cui mi glorio e mi glorierò di vivere perpetuamente. Deh, perché le vostre circostanze e le mie mi fanno disperare di rivedervi mai piú? Siate sicura che il desiderio di contemplarvi e d’ammirarvi un’altra volta da vicino è una delle piú frequenti e principali occupazioni dell’animo mio. Ma io non finirei piú, e il tempo per ora m’affretta. Milano, 12 marzo [1789]. Vostro vero e riverente adoratore Giuseppe Parine ALL’ORNATISSIMA SILVIA SONETTO Silvia immortai, benché dai lidi miei lontana il patrio fiume illustri e coli, e benché dentro ai gorghi atri letèi ogni dolce memoria il tempo involi, pur con lo ingegno, onde tant’alto voli, e con le vaghe forme e i lumi bei, dopo si lungo variar di soli, viva e presente nel mio cor tu sei.