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Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. II, 1915 – BEIC 1892399.djvu/200

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ma Ella è informata del mio carattere, Ella saprá che io sento piú assai il merito e la generositá altrui di quel che io non sia capace di spiegare con parole. La priego adunque di misurare dal mio animo anziché dalla mia penna quanto io l’ammiri, e quanto io m orofessi obbligato. E piú non dico intorno a ciò. Nella primavera ventura spero e quasi tengo per certo d’avere in pronto due poemetti, per séguito e per termine di quelli altri antichi due, che hanno avuto la fortuna di non dispiacere. Se mai Ella mi facesse l’onore di meditar nulla anche intorno all’edizione di essi, Ella si compiaccia di farmene cenno. I due primi uscirebbero corretti, variati in qualche parte ed accresciuti. Cosi tutti e quattro verrebbero ad essere nuovi e ridotti in un solo poema, che avrebbe per titolo II giorno. Finisco, sperando eh’Ella, onorandomi d’altra sua, mi dará luogo di rinnovarle gli attestati della mia costante gratitudine, e di gloriarmi deila sua pregiabilissima amicizia. Sono, col maggiore ossequio, ecc. Milano, 18 ottobre [1791J. XXXIII Al ministro plenipotenziario conte Wilczek. — Milano Fa istanza perché gli venga concessa qualche stanza in piú nel suo alloggio a Brera. Eccellenza, L’umilissimo servitore di Vostra Eccellenza, il professore Pari ni, trovasi giá da piú di un mese obbligato continuamente a letto per incomodo di podagra. In tale situazione, sente piú che mai la necessitá d’avere qualche stanza al di piú delle quattro, che ora gode, massime per tenere presso di sé il domestico, che lo assista.