Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. II, 1915 – BEIC 1892399.djvu/211

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acchiusa, che ti priego di consegnare occultamente al noto soggetto. In tanto io mi valgo di te, perché la necessitá a ciò mi obbliga, oltre la tua amichevole esibizione. Per altro ti avvertisco sinceramente che, se mai, per qualsivoglia delicatezza, quest’opera ti rincrescesse, io sospenderò di piú oltre incomodarti a tal riguardo. Tu mi farai un piacer sensibile, se mi darai nuove della salute del soggetto medesimo, e se mi dirai sinceramente quale ti sembri per rapporto a me. Giá il mio male non può esser piú grave di quel che è; e una veritá saputa potrebbe forse animarmi a profittar delle circostanze per iscuotere il giogo. So quanto sei delicato e quanto mi ami. Però non dubito che fossi mai per iscrivermi cosa o ingiustamente lusinghevole per me o ingiustamente d’aggravio all’altra persona. Solo ti avviso, per tutta l’amicizia che hai per me, di non toccarmi nemmeno per ombra nulla che riguardi il vicino esito di questo maladetto affare. Scusa, ti priego, con quella conoscenza del mondo e con quella umanitá che tu hai, i vaneggiamenti d’un tuo amico. Salutami di tutto cuore la signora Teresina e fa’ i miei complimenti a don Alessandro ed all’abate Bonsignori. Procura di star sano ed amami come fai. Addio, ecc. 12 settembre. XLIV Al medesimo S ullo stesso argomento. Caro amico, Con tutta la cordialitá ringrazio tc e tua moglie della graziosa premura in cui vivete della mia salute. Non ho replicato alla tua del 18, perché le cose, che in essa mi scrivesti dell’amico, mi posero in tal sospetto e turbamento, che mi tolsero e la voglia e la libertá del pensare, e mi fecero risolvere d’aspettare