Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. II, 1915 – BEIC 1892399.djvu/277

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VIII TESTAMENTO Nel nome del Signore Iddio, nell’anno dalla di lui nascita millesettecentonovantotto, correndo l’indizione romana seconda, nel giorno di lunedi quindici ottobre, vecchio stile (ventiquattro vendemiale anno VII repubblicano). Siccome è inevitabile la morte ed incerta l’ora della medesima, cosi io, prete Giuseppe Parini del fu Francesco Maria, abitante nell’altre volte collegio di Brera di questa comune, situato in Porta Nuova, parrocchia di San Marco, sano di mente, vista, loquela, udito ed anche di corpo, ho determinato di fare, siccome lo, il presente mio testamento nuncupativo implicito, ossia f>cr relationem ad schedulam, in forza del quale: Dico e dichiaro primieramente di non aver fatto alcun altro testamento, codicillo od atto di ultima volontá, per quanto io mi ricordi ; e, qualora si ritrovasse (il che non credo) qualche codicillo, donazione per causa di morte, o qualunque altra disposizione di mia ultima volontá, quella e quelle ho rivocato, cassato ed annullato, siccome casso, revoco ed annullo in ogni miglior modo, ancorché in quello o quelli o in altro d’essi vi fossero parole derogatorie del presente mio testamento, delle quali fosse preciso il fare individua menzione, essendo la mia precisa e determinata volontá che questo testamento sia derogatorio a tutti gli antecedenti, e che questo solo debba unicamente attendersi ed osservarsi, e le altre disposizioni come non fatte.