Pagina:Parini, Giuseppe – Prose, Vol. II, 1915 – BEIC 1892399.djvu/45

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x - dialogo sopra la nobiltà 39


Poeta. Per qual ragione?

Nobile. Perché, non avendole io commesse, non ne debbo perciò portare la pena.

Poeta. Volpone! Voi vorreste adunque godervi l’ereditá, lasciando altrui i pesi, che le appartengono, eh? Voi vorreste adunque lasciare a’ vostri avoli la viltá del loro primo essere, la malvagitá delle azioni di molti di loro e la vergogna, che ne dee nascere, serbando per voi lo splendore della loro fortuna, il merito della loro virtú, e l’onore, ch’eglino sonosi acquistati con esse?

Nobile. Tu m’hai cosí confuso, ch’io non so dove io m’abbia il capo. Io sono rimasto oggimai come la cornacchia d’Esopo senza pure una piuma dintorno. Se per questo, per cui io mi credeva di meritar tanto, io son ora convinto di non meritar nulla, ond’è adunque che quelle bestie, che vivevan con noi, facevanmi tante scappellate, cosí profondi inchini e idolatravanmi cosí fattamente, ch’io mi credeva una divinitá? E voi altri autori e voi altri poeti, ne’ vostri versi e nelle vostre dediche, mi contavate tante magnificenze dell’altezza della mia condizione, della grandezza de’ miei natali, e il diavolo che vi porti, gramo e dolente ch’io mi sono rimasto!

Poeta. Ciò accadde, perché bisogna leccare il mele chi vuol sentirne il dolce, e perché anco tra’ letterati, tra’ poeti e tra gli autori ve ne ha degl’ignoranti, de’ vigliacchi, de’ birboni e degli scrocconi. Ma coraggio, signore; ché voi siete giunto finalmente a mirare in viso la bella veritá. Pochissimi sono coloro che veder la possono colassú tra’ viventi, e qui solo tra queste tenebre ci aspetta a lasciarsi vedere tutta nuda com’ella è. Coraggio, Eccellenza.

Nobile. Dammi del «tu» in tua malora, dammi del «tu»; ch’io scopromi alla fine perfettamente tuo eguale, se non anzi al disotto di te medesimo, dappoiché io non trovomi aver piú nulla, per cui mi paia di poter esiggere piú alcuno di que’ segni di rispetto e di riverenza, che mi si profondevano davanti quand’io era vivo.

Poeta. Come? Credete voi forse che i titoli che vi si davano e gl’inchini che vi si facevano lá sopra fossero segnali