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XI - FESTE IN MILANO PER LE NOZZE vano anche la condizione delle persone piú gentili a contemplarne la vaghezza senza sapersene stancare. 11 tempietto spezialmente, che, per il diverso alimento somministrato ai lumi che lo investivano, risplendeva d’nna luce piú candida e piú pura, riusciva la piú elegante e la piú nobile cosa che potesse mai riguardarsi. Né solo era illuminato questo piccolo tratto, che occupavano i portici ed il tempio, ma anche tutta la lunghezza del corso, non tanto per ingrandimento dello spettacolo, quanto per comodo e sicurezza del popolo, che vi accorreva. E il popolo medesimo e il numero delle carrozze, veduti in quella immensa ragunanza notturna, presentavano di se stessi una vista totalmente diversa da quelle de’ giorni antecedenti, e destavano nella mente una imagine piacevolmente patetica e grandiosa Le LL. AA RR. si dilettarono assaissimo della velluta di questa bella illuminazione; anzi, scendendo dalla loro carrozza, passeggiarono qualche tempo fra i portici, dove non era permesso al popolo d’entrare, finché ai principi piacesse di rimanervi. Finalmente se ne partirono, ma senza che il reale arciduca potesse peranco saziarsi d’una cosi piacevole vista, perché, nell’atto demandarsene, levandosi tratto tratto in piedi dalla carrozza, che era scoperta, rivolgevasi indietro per compiacersene novamente. È qui luogo opportuno d’avvenire che inventore e direttore di questa illuminazione, come anche di tutto l’apparato d’architettura, che, come si è descritto, fu successivamente presentato sul corso di porta Orientale, è il signor Giuseppe Piermarini, architetto di S. M. la imperadrice regina in questa cittá. Stette accesa l’illuminazione fin quasi a giorno, e vi durò la frequenza del popolo e delle carrozze fin oltre la mezzanotte. Non mancarono però gli altri divertimenti nel teatro, perché, invece della serenata, che dovevasi cantar questa sera e che si tralasciò per incomodo di salute della prima donna, si fece un’ accademia di canto, e dopo questa ballo mascherato. II seguente ultimo giorno del mese e delle stabilite feste si fece una nuova corsa de’ barberi, col premio proposto d’un drappo consimile agli antecedenti e dello stesso valore. Ma, perché non tornasse sotto agii occhi de! pubblico la stessa pompa d’accompagnamento che aveva servito all’altro pallio, fu questo condotto