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che abitava in soffitta; ma non avevano, pare, buon sangue tra loro. Il Beneventano era Scontroso estroso rabbioso a dirittura, mentre il Transpadano sapeva mostrare lenius la sua ammirazione per il passato e il suo malcontento per il presente1. Nessuno vi era ad aiutare e consolare il vecchio maestro; nessuno, se non Furio Bibaculo. Questi che Bibaculus erat et vocabatur2, era sopravvissuto; e rimasto fedele agli amici e alla poesia di quel bel tempo, conobbe e fece conoscere la indegna miseria del maestro unico, che sapendo tutto figuratevi se sapeva il nomen, egli che era summus grammaticus; eppure avanti un nomen si trovava imbarazzato: quello che aveva col suo inesorabile creditore. C’è nomen e nomen, chi bene intende, come una villa può essere opposita in un modo e in un altro. Dopo quanti anni dalla morte di Catullo, riappariva il suo sorriso ne’, suoi vispi falecii? Imaginiamo, trent’anni almeno; poichè Catone si può tutto al più e con grande difficoltà supporre nato nel 648; onde nel 730 o 731 avrebbe avuto ottanta e più anni. Ma se Bibaculo era nato nel 651 o 652, come dice Hieronymo, sarebbe stato vecchio aneli’esso e non avrebbe avuto ragione di parlare della vecchiaia dell’altro che era male comune. Tanto più che Bibaculo vide, a quel che pare, Orbilio decrepito, di quasi cent’anni, quando egli stesso ne avrebbe avuti, seguendo

  1. Vedi gli otto versi sopra detti. L’eques grammaticus è forse Orbilio che equo meruit (Suet. gramm. 9) ed era naturae acerbae.... etiam in discipulos (id. ib.). Orazio provò, pare, la sua scutica, come di professor da fanciullo, così di critico da grande.
  2. Pag. 39 nota al [XXVI].