Pagina:Pascoli - Traduzioni e riduzioni, 1923.djvu/128

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già delle pioggie, ed il cuore, se non hai bovi, ti morde.
Tempo di pascere i bovi di pel liscio, entro la stalla.
Facile chiedere “Prestami il paio de’ bovi ed il carro„;
facile ancora rispondere “I bovi han presto che fare„.
L’uomo ch’è savio per sè, può dire: “Mi fabbrico un carro„;
bimbo, che non sa già: “Son cento gli aggeggi del carro„
cui procurar fa d’uopo da prima ed avere per casa.
E se pur tardi arerai, medicina può esserci: questa:
quando tu senti il cucù del cuculo tra i rami del leccio,
la prima volta che gli uomini via per la terra rallegra,
prega che venga di lì a due giorni una pioggia, nè spiova
primo ch’empisca nè meno nè più d’un’unghiata di bove:
quello è un arare sul tardi che agguaglia l’arare per tempo.


la sementa

Prega nell’anima il dio di sotterra, e la dea della terra
nel cominciar l’aratura, nel prendere in mano la stiva,
quando ti metti alla coda de’ bovi attaccati al timone
per il cavicchio del giogo; uno schiavo garzone ti segua
con un marrello, che metta agli uccelli che beccano, impaccio,
e la sementa ricopra: perchè pazienza gli è il meglio
ch’abbiano gli uomini in terra, e l’impazienza gli è il peggio.


le spighe

Ecco (ma lo crederai?) cominciarono un moto le zolle
e primamente dai solchi uscì fuori la punta dell’aste;
quindi i coperchi del capo con tremoli pinti cimieri,
quindi le spalle ed i petti ed i muscoli carichi d’armi
spuntano, e cresce una messe di gente difesa da scudi.