Pagina:Patria Esercito Re.djvu/204

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186 parte prima

il Maresciallo di Berwich. Nel 1734 a Guastalla, contro gl’Imperiali. Nel 1742 a Castel Delfino; chiudendo all’Esercito invadente Franco-Spagnolo il passo della Valle di Varaita. Più tardi al Tidone, dove si portò tanto brillantemente da impadronirsi di un battaglione e due bandiere del Reggimento Duca d’Anjou. Nel 1796, al Bricchetto, contro i Francesi condotti da Bonaparte, guadagnandosi due medaglie d’oro.

Combattè nel 1848 a Villafranca, Santa Lucia, Goito. A Governolo tre suoi squadroni, comandati dal colonnello Avogadro, caricarono energicamente il nemico, prendendo quattro cannoni, e facendo prigioniero un
battaglione del reggimento Roccawina, collo stendardo, e lo stesso Comandante. Si battè a Sommacampagna, a Volta Mantovana — vedi disegno — alla Sforzesca, dove sbaragliò due compagnie di Jäger: mentre questi, costretti dai tiri della nostra artiglieria, si ritiravano in una cascina, poco lungi dalla chiesa della Bicocca, verso Castellazzo di Novara.

Il bel quadro del conte Origo — già brillante ufficiale in Genova Cavalleria — che rappresenta quella carica famosa, e che riproduciamo più avanti — venne suggerito, ne’ suoi particolari, da uno dei superstiti valorosi di quel fatto: il conte Luigi Lanzavecchia di Buri, tenente Generale a riposo; allora comandante di quel 2° squadrone, col grado di tenente in prima: squadrone che condusse alla vittoria.

Ma il fatto d’arme più importante, e del quale il 21 aprile di ogni anno, Genova Cavalleria commemora l’anniversario, fu certamente, il combattimento del Bricchetto, dianzi appena accennato, dove il generale Colli, comandante dell’esercito Austro-Sardo, per proteggere la ritirata su Fossano, ordinava alla brigata Granatieri Piemontesi di difenderne a oltranza il colle, presso Mondovì.

Eroica fu la resistenza; morto il comandante la Brigata, minacciata la ritirata dall’irrompere delle truppe francesi, fu giocoforza ai granatieri di ritirarsi oltre l’Ellero.

Il Generale Bonaparte, il quale dalla cappella della Croce aveva tenuto dietro al combattimento, vista la ritirata dei Piemontesi, ordinava allo Stengel, di passare l’Ellero e piombare sui nostri per tagliar loro la ritirata.

Lo Stengel, chiamato da Bonaparte vero generale d’avamposti, eseguiva perfettamente l’ordine, passando il fiume a S. Quintino, alla testa di mille cavalieri; ma alla cappella del Cristo trovavansi due squadroni dei