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302 | 1946 |
5 luglio.
Salvata la libertà, i liberali non sanno piú che farsene.
7 luglio.
Dissoluto e impacciato, quindi grave e austero. «Mimo» dice *. Non sa quanto ha ragione. Sua moglie perché si strofina a me, per poi scappare con lui? Evidente, no?
T. perché mi guarda con occhi che non vedono e sono preoccupati? Ha paura che glieli fermi.
C’è stato addio piú lugubre? Piú meritato?
(finita Roma)
13 luglio. (Milano e Serralunga)
Quel che commuove nello spettacolo della distanza — per esempio una pianura collinosa vista da una collina piú alta — è la coscienza che quelle plaghe di tinta neutra, quelle nubecole, quelle distese fumose e chiazze — quel colore azzurro di lontananza — sono altrettante cose, oggetti, campagne finite e nitidamente fatte. È ricca quella lontananza ch’è fatta di cose reali e perfette.
19 luglio.
La confidenza che quella ragazza è sensualissima, non pensa che all’amore — fatta adesso dall’amica che sa tutto — non gonfia improvvisamente il tuo cuore di rimpianto, di delusione, di fallimento? Ti ha avuto tra le braccia e non ti ha voluto. O non l’hai presa? Vecchia storia.
20 luglio.
«Dopo ogni sorso il bevitore torce la testa, dibatte la faccia come il nuotatore, soddisfatto, torna a bere, è comico». Tratto