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320 pellegrino rossi e la rivoluzione romana

segnare in mano a Rossi il governo pontificio, piansi, pregai Pio IX ad allontanare da sè e dallo stato si grande calamità. Dissi che, di tutti gli sbagli fatti da Pio IX, sarebbe questo il più ruinoso, e che Rossi sarebbe il Polignac e il Guizot della monarchia pontificia.

« . . . . . . . . . . . . . . .

«Frattanto la infelice sua morte, che nessun uomo di sentimento e di onore può sicuramente approvare e che è stato il primo avvenimento che ha attirato sopra Roma le censure egli anatemi dell’universo, ha risparmiato la guerra civile in Roma, ha ucciso il principio reazionario nel personaggio in cui crasi incarnato e che tutto lo rappresentava, ed ha scompigliato il complotto monarchico di cui ho testè fatto menzione.

«Al medesimo modo, tutti gli uomini saggi hanno censurato, chi come disastroso, e tutti come prematuro, l’ardito decreto della decadenza del Papa e della proclamazione della repubblica: eppure questo decreto ha messo al nudo l’intrigo sardo-austriaco-napoletano che la morte di Rossi avea costretto a cangiar colore, ma non aveva interamente distrutto.

«Obbligato il ministero di Piemonte a dichiararsi intorno agli avvenimenti di Toscana e di Roma, è venuto esso medesimo a discoprire, al cospetto del mondo scandalizzato, che la triplice alleanza, sotto il pretesto di ristabilire il Granduca di Toscana, e il Papa in Roma, avrebbe fatto occupar Roma dal Re di Napoli, la Toscana dal Piemonte, le Legazioni dall’Austria: e se questo tenebroso mistero d’iniquità giungeva a compiersi, la permanenza dell’austriaco in Italia sarebbe stata assicurata, e le costituzioni politiche sarebbero state annullate o ristrette.

«Gli affari di Lombardia sarebbero stati composti diplomaticamente, con quella giustizia e con quella saggezza con cui la diplomazia suole sciogliere le grandi quistioni degli stati, cioè negli interessi dei principi, e in danno dei popoli: e l’assolutismo restaurato in Italia, e rafforzato quindi in Francia ed in Germania, avrebbe finito col trionfare in tutta quanta l’Europa.

«Ora, l’essersi in Roma proclamata la repubblica; l’essersi fatto lo stesso a Livorno, e il doversi fare anche lo stesso nel rimanente della Toscana, avendo destato nella opposizione parlamentaria di Torino il pensiero di mettere alle strette il go-