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180 il processo di pellegrino rossi

convinto non pare influissero aspirazioni di interesse personale: egli credette opera patriottica e utile alla causa della libertà quell’omicidio del quale l’ingegno di lui avrebbe dovuto vedere i danni, che esso non vide perchè ottenebrato dal politico fanatismo.

Il meno responsabile, quantunque efficacissimo, anzi il più efficace dei cooperatori nella congiura, fu Ciceruacchio, il cui limitato intelletto, la cui ignoranza non consentivano a lui di prevedere le conseguenze dannose che quell’omicidio avrebbe apportato a quella stessa causa, al cui trionfo egli aveva consacrato tutto il disinteressato entusiasmo dell’animo suo generoso.

In lui, di fatti, nessuna personale considerazione, di nessuna specie, potè influire e influì a determinarlo, al fatto: unico movente in lui fu il patriottismo — malinteso, anche, se si vuole — ma il patriottismo. Egli non uomo di studii, non uomo politico, ma uomo di impulsi e di azione, in completa buona fede, in quell’ambiente, saturo di patriottica elettricità, nelle ansie febbrili di quei giorni affannosi, tutto acceso dell’amore d’Italia e di libertà, non poteva non considerare come nemico dell’una e dell’altra il Conte Pellegrino Rossi e non poteva non considerarne legittima, anzi doverosa la soppressione; tanto più che in quei suoi sentimenti e convincimenti lo raffermavano la voce del giornalismo, le declamazioni dei circoli, l’autorevoli parole del Guerrini e quelle autorevolissime dello Sterbini: onde la sua cooperazione dell’eccidio, obiettivamente considerata nel tempo e nello spazio, mentre non si può giustificare, ampiamente però si spiega.

E queste ragioni determinanti, che attenuano e spiegano la partecipazione di Ciceruacchio all’eccidio del palazzo della Cancelleria, storicamente valgono ad attenuare ed a spiegare la colpevolezza dei sei o sette mandatari, quantunque non valgano in alcun modo a giustificarla.

Ricostruiti così gli avvenimenti che precedettero, accompagnarono e seguirono il misfatto del palazzo della Cancelleria del 15 novembre 1848 sul fondamento delle risultanze del processo e in base agli altri documenti da me raccolti