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documenti 249

Contessa Anastasia di Circourt, allorquando, cioè, Pellegrino Rossi aveva 48 anni e aveva levata alta fama di sè come penalista e come economista e quando il Conte Di Cavour aveva venticinque anni ed era già dimissionario da Ufficiale e si era dato alla agronomia e agli studi economici e sociologici:

«No, signora — scriveva il futuro grande statista alla Contessa di Circourt che lo esortava ad abbandonare l’Italia e a stabilirsi a Parigi — non posso abbandonare la mia famiglia, nè il mio paese. Me lo impediscono dei sacri doveri, che mi legano ad un padre, ad una madre che non mi diedero mai il menomo motivo di lagno. No, signora, non posso trafiggere il cuore dei miei genitori, non sarò mai ingrato verso di loro e non li abbandonerò sino a che la tomba non ci separi. E perchè, signora, abbandonerei il mio paese? Per venire in Francia a cercare una riputazione nelle lettere? Per correr dietro a un pò di rinomanza, a un pò di gloria, senza poter mai raggiungere il fine che la mia ambizione si prefiggerebbe? In che cosa potrei servire l’umanità fuori del mio paese? Quale influenza potrei esercitare in prò dei miei fratelli sfortunati, stranieri e proscritti in un paese ove l’egoismo tiene occupati tutti i principali posti sociali? Che fanno a Parigi i tanti stranieri, spinti dalla sventura o dalla propria volontà lungi dalla loro terra natia? Chi di loro si è reso veramente utile ai suoi simili? Non uno solo. Perfino coloro che sarebbero stati grandi sulla terra che li vide nascere vegetano oscuri nel turbine della vita parigina. I torbidi politici, che hanno desolato l’Italia, hanno costretto i suoi più nobili figli a fuggire da lei. Ciò che il mio paese conteneva di più ragguardevole in ogni genere si è spontaneamente espatriato, la maggior parte di questi nobili esilianti sono venuti a Parigi, ma nessuno ha realizzato le splendide speranze che egli aveva destate.

Quanti personalmente ne ho conosciuti mi hanno rattristato nel fondo del cuore con lo spettaccolo di grandi doti rimaste sterili ed impotenti.

..... «Un italiano solo si è acquistato a Parigi nome e posizione ed è il criminalista Rossi.

Ma quale posizione? l’uomo più di spirito dell’Italia, il genio più versatile dell’epoca, la mente più pratica dell’universo, forse, è riuscito ad ottenere una cattedra alla Sorbonne e un seggio all’Accademia, ultimo fine che la sua ambizione possa raggiungere in Francia.

Quest’uomo che ha rinnegato la sua patria, che mai più potrà essere qualcosa per noi, avrebbe potuto, in un’avvenire più o meno