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172 MARIO RAPISARDI

Piaga d’amore chi la fa la sana.
Amor, qual pianto, nasce dagli occhi e scende in petto.
L’uom saggio impera al cor, serve lo stolto.
La virtù cresce osando, tardando la paura.
160Ama od odia la donna: il terzo è nulla.
Vince due volte chi sè stesso vince.
Morte, che mali estingua, all’uomo è grata.
Ai buoni nuoce chi perdona ai tristi.
Buon cuore offeso molto più s’adira.
165Più che alla fama, alla coscienza attendi.
Spesso, deliberando, l’occasion ti sfugge.
Bello è il morir quando la vita è cara.
È compagna di morte oscura vita.
Occasion di virtude è la sventura.
170Pur gl’innocenti a mentir sforza il duolo.
Anche un fil di capello ha l’ombra sua.
Paradiso agli afflitti è l’innocenza.
La fede, come l’anima, onde partì non torna.
La fortuna è di vetro: risplende ma si spezza.
175Pazienza offesa diventa furore.
Tante volte l’uom muor quante i suoi lascia.
È un altro patrimonio onesta fama.
Là può valere il popolo dove han valor le leggi.
Il foco prova l’oro, provan gli affanni il forte.
180Un gran regno aver vuoi? reggi te stesso.
In amor sempre menzognera è l’ira.
A gran fortuna un grande animo è d’uopo.
Senza nimistà alcuna, miserrima è fortuna.
Temer la morte è del morir più grave.
185Sprezza la morte e ogni timor tu vínci.
Nessun misero mai muor troppo presto.
Prava coscienza non è mai sicura.
Erra men quei che tosto il fallo emenda.
Comandar, non servir, devi al denaro.