Pagina:Peregrinaggio di tre giovani figliuoli del re di Serendippo.djvu/171

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stato essaudito, fui dal mercatante à bisogni della camera della giovane destinato; et isforzandomi continuamente colla prontezza della servitu mia la gratia di lei di acquistarmi, fra pochi giorni mi avidi, ch'ella, à guisa di proprio padre, m'amava, et riveriva. onde sendomi io per la dolcezza di cotal servitu del ricevuto danno del tutto iscordato, et tranquilla, et felice vita nella camera della giovane passando, m'accorsi, che qualunque fiata essa il liuto sonava grandissimi sospiri gittar solea, di cui facendo mi io à credere che amor ne fusse cagione, diliberai di un giorno dimandarnela. et attesa per lo spacio di tre mesi l'occasione, ragionando ella meco di varij accidenti della natura, et dell'infelice stato de mortali, Deh signora, le dissi io, non vi fie grave di palesarmi la cagione di tanti sospiri, quanti continuamente io vi sento à gittare; perciò che, sendo io huomo di grand’età, et di alcuna isperienza, per aventura potrò qualche rimedio al dolor vostro ritrovare, et, ove à voi questa mia dimanda audace paia, di cui la molta riverenza, ch’io alle virtù vostre porto, n'è sola cagione, humilmente ve ne dimando perdono. alle quai parole poscia ch’io hebbi posto fine, cominciando la giovane à lagrimare; Percio che, carissimo padre, dissemi, da che voi alla servitu nostra v'havete dedicato ho per piu segni conosciuto, che da vera figliuola teneramente m'havete sempre amata, et in qualunque cosa ci havete fidele, et di-